Tony Renis
Nome d’arte del Maestro Elio Cesari nato a Milano, figlio del pittore e paroliere Orfelio Cesari. Già in tenera età mostra la sua vena artistica muovendo i primi passi sul palcoscenico nel teatro della parrocchia meneghina di San Lorenzo alle Colonne, mentre l’attività musicale prende il via intorno alla metà degli anni Cinquanta esibendosi dapprima nei locali notturni della città e poi nei teatri di avanspettacolo, in coppia con il suo amico di infanzia il Maestro Adriano Celentano, con il quale si diverte a imitare Jerry Lewis e Dean Martin. Durante la stagione estiva, invece, suona all’Hotel del Golfo di Procchio e all’Isola d’Elba, dove si dedica all’imitazione di Elvis Presley.
Nel 1958 Tony incide i primi 45 giri, che includono cover di brani stranieri e italiani. L’anno successivo passa alla “Voce del padrone” e debutta in qualità di cantautore con la canzone “Tenerezza” e si aggiudica la “Sei giorni della canzone”.
Nel 1961 si presenta al “Festival di Sanremo” con un brano scritto da suo padre, “Pozzanghere” mentre nel 1962 si ripresenta sul palco del Casinò di Sanremo al Festival con il brano “Quando quando quando”, frutto della collaborazione con Alberto Testa: un brano che, pur non vincendo la competizione canora, ottiene un successo commerciale strepitoso, e negli anni seguenti verrà reinterpretato da centinaia di cantanti.
Grazie a “Quando quando quando”, Renis nel 1963 vince “Canzonissima”. Sempre nello stesso anno, si aggiudica anche il Festival con “Uno per tutte”. Sono anni di grande gloria per il giovane milanese che nel 1964, a dispetto del servizio militare, prende ancora parte al Festival di Sanremo in coppia con Frankie Avalon con “I sorrisi di sera”.
Sono anni in cui la musica si alterna al cinema: di quel periodo sono, tra l’altro, le pellicole “Obiettivo ragazze” e “Appuntamento in Riviera”, di Mario Mattoli, “Io bacio… tu baci”, di Piero Vivarelli, “Quando dico che ti amo”, di Giorgio Bianchi, e “Non mi dire mai goodbye”, di Frank G. Carrol.
Dopo “Nessun’altra te”, firma un contratto con la RCA Italiana, e inizia a frequentare i luoghi più importanti del jet set mondiale: Parigi, Londra, Sankt Moritz, Montecarlo e addirittura Hollywood. Gli ultimi anni Sessanta si segnalano per successi importanti: “Quando dico che ti amo”, “Non mi dire mai goodbye” (che viene proposta nella rassegna “Un disco per l’estate”), “L’aereo parte”, “Frin frin frin”, “Il posto mio” (cantata a Sanremo nel 1968) e “Canzone blu” (anche questa proposta all’Ariston, nel 1970). Renis, poi, viene consacrato anche come autore quando regala a Mina, sua amica sin da quando entrambi muovevano i primi passi nel mondo della canzone, “Grande grande grande”, brano che teneva nel cassetto da tempo e che verrà diffuso anche all’estero interpretato da Shirley Bassey con il titolo “Never never never” (più tardi sarà ripreso anche da Luciano Pavarotti e Celine Dion con il nome di “I hate you then I love you”).
Nei primi anni Settanta, Renis si sposta in America, a New York prima e a Los Angeles poi: qui ha modo di conoscere, tra l’altro, Frank Sinatra, Quincy Jones e Stevie Wonder. Nel 1978 pubblica, con la casa discografica “Warner Bros”, “Disco Quando”, un nuovo arrangiamento del suo cavallo di battaglia in chiave disco music. La sua permanenza in America lo porta a esibirsi come cantante a Las Vegas, ma anche a comporre colonne sonore e a divenire produttore cinematografico. Diventa, insomma, uno degli italiani più celebri negli Stati Uniti, e frequenta vip come Charlton Heston, Gregory Peck, Kirk Douglas e addirittura Ronald Reagan (futuro presidente americano) e sua moglie Nancy. Renis produce canzoni per Lionel Richie, Julio Iglesias e Diana Ross; negli anni Ottanta ha il merito di lanciare sul mercato Nikka Costa, enfant prodige del panorama musicale figlia di Don Costa, direttore d’orchestra, che scala le classifiche internazionali.
Nel 1992 l’artista lombardo sposa a Milano Elettra Morini, ballerina alla Scala, mentre sette anni più tardi grazie al cartone animato “La spada magica” (titolo originale: “Quest for Camelot”) conquista una candidatura all’Oscar e un Golden Globe per la canzone “The prayer”, interpretata da Andrea Bocelli e Celine Dion.
Nel 2000 Tony Renis viene premiato, in occasione della cinquantesima edizione del “Festival di Sanremo”, con il “Premio Speciale alla Carriera – Sanremo 2000”, assegnatogli per rendere onore al merito di aver diffuso la canzone italiana nel mondo.
Nel 2001 scrive “Se la gente usasse il cuore”, canzone che accompagna i titoli di coda della miniserie “Cuore”, in onda su Canale 5, in collaborazione con Massimo Guantini e vince un Telegatto.
Altri riconoscimenti (nel 2002 viene nominato dal Ministero per gli Affari Esteri “Ambasciatore della Canzone Italiana nel Mondo”, dall’Accademia Europea per le Relazioni Economiche e Culturali “Accademico della Musica Italiana” e dall’Accademia Pontificia Tiberina “Accademico Tiberino”).
Nel 2004 viene nominato direttore artistico del “Festival di Sanremo” condotto da Simona Ventura.
Si dedica poi al cinema componendo il tema del film “Christmas in Love” e scrivendo il brano “Merry Christmas in love”, che nel 2005 vince la “Grolla d’Oro”, il “David di Donatello” e il “Premio Saint-Vincent per il cinema”.
Tornato negli Stati Uniti dopo aver ricevuto al “Festival del Cinema di Roma” il “Premio alla Carriera – Federico Fellini” nel 2005, l’Hollywood Foreign Press Association lo candida al “Golden Globe”, sempre per “Merry Christmas in love”, per la miglior canzone originale. L’anno successivo, Renis realizza il progetto “Amore”, con la co-produzione di Humberto Gatica e David Foster e la voce di Andrea Bocelli: un successo internazionale che si avvale, tra l’altro, della partecipazione di star come Christina Aguilera e Stevie Wonder.
La costante presenza di Tony a fianco di Andrea Bocelli si esalta nell’anno 2007 dove sempre con David Foster e Humberto Gatica, produce 5 brani del cd “The Best of (VIVERE)” e nell’estate, nella cornice del Teatro del Silenzio di Laiatico, il trio Foster – Gatica – Renis produce il DVD di un bellissimo concerto di Andrea Bocelli.
Nel 2016 gli è stato attribuito alla Camera dei Deputati il Premio America della Fondazione Italia USA.
A tutt’oggi promuove la propria immagine e produce la musica italiana nel mondo credendo fermamente nel brand “Made in Italy Music” nel mondo e nel nostro Museo del Festival della Canzone Italiana di Sanremo.